Altra chiamata da Luigi (che ringrazio per avermi fornito anche le foto e i video!): è lui che passeggiando in un parco pubblico, nota un glomere di api su un'attrezzo per esercizi ginnici e ci chiama prima che si disperdano (in questo periodo di fine Luglio se le api non trovano subito una casa difficilmente riusciranno a vivere all'aperto e superare l'inverno, la cassa deve essere un parallelepipedo di circa 50 L di volume....).
Poi si chiacchiera assieme a persone radunate per osservare questa curiosità ed io sono sempre disponibile a parlare di api: fermatemi!!! ;-)
La domanda sul perché si da il fumo: potrebbe ricordare alle api un incendio nelle foreste dove vivevano, si sentono di dover proteggere la regina e di far scorte di miele, sono sostanzialmente distratte. Mentre si visita l'arnia permette all'apicoltore di osservare i telaini di cera dove vivono e farsi un'idea della salute della famiglia, controllare eventuali segni di sciamatura o orfanità della famiglia.
Sul fatto della consapevolezza di morire quando pungono non ci credo molto.... loro sono sulla terra da molto tempo prima di noi: a circa 100 milioni di anni risalgono i ritrovamenti dei primi fossili di ape, il loro nemico peggiore è il calabrone che ha una pelle (cuticola) rigida, essa permette all'ape di far entrare e uscire il pungiglione; mentre noi umani, che siamo sulla terra da appena 300000 anni, abbiamo la pelle morbida e il pungiglione dell'ape, avendo degli uncini sulla punta che si aprono quando viene retratto, ne rendono difficoltosa l'estrazione e causano la perdita di parte dell'addome (e della sacca velenifera), che porterà alla morte dell'ape, e alla pulsazione del liquido nella puntura anche dopo il distacco (ecco perché bisogna toglierlo al più presto se punti)!